Per disinfezione si intende l’operazione volta all’eliminazione dei microrganismi patogeni (batteri, virus, funghi, protozoi, spore) dall’ambiente e dai c.d. veicoli (acqua, aria, alimenti, oggetti d’uso ecc.). Scopo della disinfezione è quello di impedire la diffusione dei suddetti microrganismi patogeni e, dunque, la trasmissione delle malattie infettive agli individui sani.
Tipologie di disinfezione
Le tipologie di disinfezione sono le seguenti: la disinfezione continua, quella terminale, quella occasionale e periodica.
- disinfezione continua viene praticata regolarmente nei confronti del malato per evitare che questi possa costituire una fonte continua di infezione.
- disinfezione terminale viene attuata alla fine della malattia per eliminare i microrganismi patogeni dall’ambiente in cui ha soggiornato il malato.
- disinfezione occasionale viene eseguita qualora si verifichi un caso di malattia infettiva in un luogo aperto al pubblico, mentre si parla di disinfezione periodica quando la disinfezione viene praticata a scadenze regolari in mezzi di trasporto (aeroplani, navi, vagoni ferroviari, ecc.) e in locali adibiti ad uso pubblico (ospedali, scuole, cinema, ristoranti, ecc. ).
Forme di disinfezione
Le forme di disinfezione conosciute sono la forma attuata con mezzi naturali e la forma attuata con mezzi artificiali.
I principali fattori di disinfezione naturale sono:
– la luce solare (sensibili all’azione disinfettante dei raggi UV sono gli streptococchi, gli pneumococchi e i bacilli di Koch);
– l’essiccamento (sensibili all’azione dell’essiccamento, che provoca l’evaporazione del protoplasma dei germi, sono i vibrioni del colera e il virus influenzale);
– la diluizione (se i germi patogeni sono diluiti nell’acqua o nell’aria non raggiungono la quota batterica necessaria a determinare l’insorgere della malattia);
– le variazioni brusche di temperatura;
– la concorrenza vitale con altri microrganismi.
La disinfezione artificiale può essere effettuata con mezzi fisici e chimici.
Tra i disinfettanti fisici rientrano:
– la pastorizzazione (le bevande vengono riscaldate ad una temperatura inferiore a quella di ebollizione, ma tale da distruggere i microrganismi patogeni);
– il calore utilizzato “a secco” (esposizione di un oggetto alla fiamma o uso di stufe a secco);
– il calore utilizzato in forma “umida” (autoclave che, per mezzo del calore, sterilizza sotto pressione materiali in grado di sopportare l’umidità);
– le radiazioni o raggi gamma;
– l’ebollizione;
– la filtrazione asettica (lavastoviglie, macchine da lavare);
– il lavaggio chemiotermico (cappa a flusso laminare).
Tra i disinfettanti chimici ricordiamo:
a) i disinfettanti organici:
– alcoli;
– aldeidi;
– fenoli;
– cresoli;
– composti tensioattivi;
– essenze vegetali
b) i disinfettanti inorganici:
– acidi;
– alcali;
– sali di metalli pesanti;
– alogeni ed ossidanti.